Rimozione, smaltimento e bonifica: un convegno per cercare di capirne di più

Amianto, un problema dai molteplici aspetti

di Sergio Clarelli, ingegnere, Presidente di ASSOAMIANTO

(pubblicato su "Il GIORNALE dell'INGEGNERE" - N. 9 del 15 Maggio 1999)

 

 

 

A Erba, in provincia di Como, il 18 Febbraio scorso, si è svolto un convegno dal titolo "Problema amianto - effetti biologici, rimozione, smaltimento, bonifica, evoluzione normativa."

Il Convegno, organizzato da ASSOAMIANTO (Associazione tra consulenti, operatori nell’ambito della rimozione, smaltimento e bonifica dell’amianto e quanti sensibili alle problematiche ambientali inerenti), unitamente allo SNID PROFESSIONALE (Associazione Nazionale Ingegneri Docenti - sezione provinciale di Lecco), ha visto una notevole partecipazione di professionisti tecnici, imprenditori, rappresentanti di ASL, rappresentanti di associazioni di categoria, amministratori immobiliari.

Nel corso del Convegno sono state presentate relazioni intese ad esaminare e a chiarire i vari aspetti del Problema Amianto.

Il Dott. Giovanni Achille, medico del lavoro, Direttore del Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell’ASL della Provincia di Lecco ha illustrato gli effetti biologici dell’amianto e le tecniche per il campionamento dell’aria necessarie per stabilire il contenuto delle fibre aerodisperse.

L’Arch. Flaviano Celaschi del DI.TEC - Politecnico di Milano - e il P.I. Maurizio Mazzotta - Presidente del C.I.B.A. - Consorzio Italiano Bonifiche Amianto-Ambiente, hanno descritto le procedure e le tecniche d’intervento come previste dal D. Min. Sanità 6 settembre 1994.

Il Dott. Davide Sala, geologo dirigente del Consorzio Comense Inerti S.p.A. di Como, ha illustrato le tematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti contenenti Amianto, presentando in particolare l’esperienza della discarica sita nel Comune di Villaguardia, in provincia di Como, per il conferimento di manufatti in cemento-amianto, gestita dal citato Consorzio.

Il Dott. Fulvio D’Orsi, medico del lavoro, Responsabile del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza Luoghi di lavoro della ASL C Roma, Membro della Commissione Nazionale Amianto, ha spiegato l’iter della normativa inerente l’Amianto, soffermandosi, tra l’altro, sugli ultimi sviluppi legislativi.

Come è noto, l’amianto o asbesto è un minerale naturale a struttura fibrosa che si presenta in natura sotto forma di sei composti (actinolite, amosite o asbesto bruno, antofillite, crisotilo o asbesto bianco, crocidolite o asbesto blu, tremolite).

Esso è stato utilizzato in modo massiccio nel passato  per le sue ottime proprietà tecnologiche e per la sua economicità.

Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni,: corde, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, di cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc.; tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegnifiamma, ecc.; carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, ecc.; pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni; filtri costruiti con carta di amianto, o semplicemente con polvere compressa, utilizzati nell'industria chimica ed alimentare.

Inoltre, dall’impasto con altri materiali si ottenevano l’amianto a spruzzo, utilizzato: come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici.

E' stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus, ecc..

Sappiamo però che con il tempo l’amianto si è rivelato nocivo per la salute dell'uomo per la capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili. E l’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio.

I più pericolosi sono i materiali friabili i quali si possono ridurre in polvere con la semplice azione manuale e, a causa della scarsa coesione interna, possono liberare fibre spontaneamente (soprattutto se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua) o se danneggiati nel corso di interventi di manutenzione.

L’amianto compatto invece per sua natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se segato, abraso o deteriorato).

L’esposizione alle fibre di amianto è associata in particolare a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).

Esse si manifestano dopo molti anni dall'esposizione: da 10 - 15 per l'asbestosi ad anche 20 - 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma: il carcinoma polmonare si verifica anche per esposizioni a basse dosi.

Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.

La legge fondamentale, che ha dettato le Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto, è la L. 27 marzo 1992, n. 257.

Il decreto attuativo della Legge n. 257/92 che ha definito le tipologie d’intervento nel settore dell’edilizia è il D. Min. Sanità 6 settembre 1994.

In base a questo decreto, le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto sono in sostanza tre:

- la rimozione: elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell'edificio; comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e produce notevoli quantitativi di rifiuti speciali che devono essere correttamente smaltiti; in genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso;

- l’incapsulamento: prevede il trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta; non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti; il rischio per i lavoratori addetti è generalmente minore rispetto alla rimozione; è il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio; il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e della conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione;

- il confinamento: consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio; se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento; rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti; occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

Il materiale contenente amianto, eventualmente rimosso, dev’essere poi correttamente smaltito.

A questo proposito il D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 di (cosiddetto decreto Ronchi, modificato dal D. Lgs. 8 novembre 1997, n. 389, cosiddetto decreto Ronchi bis) abrogando la normativa esistente (all'art. 56), sostituisce la precedente classificazione dei rifiuti in speciali / tossici e nocivi con la nuova che li distingue in rifiuti pericolosi e non pericolosi.

In base a questo decreto:

- i rifiuti di costruzioni e demolizioni - materiali di costruzione a base di amianto (Materiali contenenti Amianto in matrice compatta) sono considerati rifiuti (speciali) non pericolosi;

- i rifiuti di costruzioni e demolizioni - materiali isolanti contenenti amianto (Materiali contenenti Amianto in matrice friabile) sono invece considerati rifiuti (speciali) pericolosi.