Biancavilla, paese malato d'amianto

In questo paese di 23 mila abitanti, in provincia di Catania, case e strade sono impregnate d'amianto. Ogni anno ci sono 7-8 morti per mesotelioma.

di Flavia Amabile

 

 

 

Vivono in un paese avvelenato, fra case e strade impregnate di sostanze cancerogene ma non se ne curano. Il paese si chiama Biancavilla, è un comune di 23 mila abitanti in provincia di Catania: La sua roccia però è nera: pietra lavica dicono gli abitanti e il pensiero va subito al vicino Etna. Ma oltre alla lava nella pietra di Biancavilla c'è qualcos'altro: amianto, minerale che - respirato a lungo - provoca malattie e soprattutto tumori. Le analisi condotte nelle cave di Bellavilla non hanno lasciato spazio a dubbi: l'amianto è presente e anche in quantità notevoli. Poichè da quelle cave si è estratto per anni il materiale con cui è stata costruita buona parte del paese, dalle case alle strade in gran parte non asfaltate, a Biancavilla l'amianto è ovunque e basta un po' di vento perchè l'aria ne sia piena. Le conseguenze sono nelle cifre: 23 morti per mesotelioma, malattia provocata dalla respirazione del minerale, con una media che ormai si è attestata sui sette-otto morti l'anno "e che è destinata a salire - spiega il sindaco di Biancavilla, Pietro Manna - il picco secondo gli studi degli esperti sarà raggiunto tra circa cinque anni".
Nel paese dell'amianto, caso unico in Italia, non esistono aziende chimiche o altre fonti di inquinamento industriale, si vive di agrumi, prodotti della terra e un po' di edilizia, non molto di più. Il minerale è nella pietra, l'unica soluzione per ripulire il paese è la chiusura delle cave finchè non venga realizzata una loro bonifica, la copertura delle strade sterrate con asfalto, una ripulitura approfondita delle case. Tradotto in lire si tratta di una settantina di miliardi di spesa: 10 sono già stati stanziati dal comune, altri 18 dovrebbero essere erogati dalla Regione, i restanti 40 dovrebbero giungere sempre dalla Regione ma nell'arco di tre anni.
Questo il piano deciso dal sindaco insieme con le autorità nel 1998. Da allora nulla è accaduto se non un aumento deciso nel numero dei morti per mesotelioma. "Basterebbe una firma sotto i decreti di approvazione per salvare il paese ma ormai la questione si sta trascinando da troppo tempo perchè la colpa sia solo della burocrazia - denuncia Pietro Manna - Certo, ogni volta gli ostacoli sono di tipo procedurale: i funzionari della Regione mi contestano un lieve errore, una sottile mancanza, a volte non si fanno trovare, ma si tratta di pretesti per non far avanzare la pratica. A livello nazionale abbiamo ottenuto l'inserimento da parte del ministero dell'Ambiente fra le zone da salvaguardare, e il ministero degli Interni dovrebbe inserire a giorni il nostro paese nell'elenco di zone di interesse nazionale per le bonifiche da effettuare a proposito dell'emergenza rifiuti, ma chi deve concedere i fondi è la Regione Sicilia. E lì ogni buon proposito di Roma si ferma". I motivi?  "Assegnare i fondi destinati a Biancavilla ad altri paesi", risponde il sindaco. Negli ultimi tempi l'atmosfera sta anche peggiorando: "c'è la campagna elettorale: se approvassero la pratica, come avrebbero dovuto fare già da tempo, come potrebbero promettere miliardi agli elettori?".
La stessa ostilità e lo stesso isolamento si respira in paese. Gli abitanti dovrebbero essere i più interessati a sostenere la battaglia del sindaco per ottenere i fondi necessari per bonificare strade e case, nessuno di loro invece sembra intenzionato a schierarsi con il primo cittadino. Pietro Manna racconta di aver percepito "tutta una serie di segnali, come frasi irriguardose, allusioni, che in un paese come il nostro sono molto chiari" e di essere ormai  "quello che non fa lavorare la gente". La sua lotta contro l'amianto ha portato a un decreto che disponeva il blocco dell'estrazione della pietra contaminata, dunque la chiusura delle cave fino alla loro bonifica. "Il distretto minerario che avrebbe dovuto bloccare l'attività non ha fatto nulla", racconta Manna. "Dopo vari tentativi siamo riusciti a chiudere effettivamente una cava mentre l'altra ha continuato a operare di notte. Soltanto un mese e mezzo fa con un presidio di polizia dovremmo aver bloccato del tutto l'estrazione". Intanto la roccia all'amianto scavata fino a poche settimane fa è andata a costruire nuove strade e nuove case avvelenate. "Il tutto abusivamente - spiega Manna - in paese abbiamo 8 mila case abusive su 23 mila abitanti, soltanto nei miei sei anni da sindaco ne ho sequestrate 500". Il futuro? "Sarò in carica altri due anni poi dovrò andare via - conclude Manna - posso fare un appello al Presidente della Repubblica ma a che serve se non solo la Regione Sicilia ma nemmeno gli abitanti vogliono salvare le loro vite?".

 

(4 APRILE 2001, ORE 16:00)

 

(Tratto da: Il Nuovo - www.ilnuovo.it)