L’esempio di una discarica per il conferimento di manufatti in cemento-amianto

di Ing. Sergio Clarelli, Presidente di ASSOAMIANTO

 

 

 

 

Il progetto di discarica per il conferimento di manufatti in cemento amianto fu presentato nell'ottobre 1996.

La Società che ne predispose la redazione si trovava in possesso dei requisiti previsti dalla citata Circolare ECOL/SAN del 5/06/1995 della Regione Lombardia, in quanto unico soggetto gestore nell’ambito del territorio provinciale già autorizzato per discarica di seconda categoria di tipo A deputata al ricevimento di terre di fonderia, ecc..

Tale progetto è stato poi approvato con Delibera di Giunta Provinciale n. 81 del 04.02.1997.

L’area fu individuata nell’ambito del Polo Estrattivo P4 Luisago-Villaguardia, inaugurato nel 1989, nel territorio comunale di Villaguardia, in provincia di Como.

La sua posizione nell’interno del Polo è marginale rispetto a tutte le altre attività ivi presenti. Vengono così ridotte al minimo le interferenze con quest'ultime.

Il progetto approvato è semplice e completo ed è stato redatto con l’intento di rendere immediatamente comprensibili le caratteristiche dell'impianto e le modalità esecutive di realizzazione e di gestione a chiunque avesse voluto consultarlo.

Esso inoltre offre garanzie in termini di salvaguardia dell'ambiente e di sicurezza.

L'attività di escavazione relativa all’intero Polo Estrattivo ha avuto inizio nel 1989.

Il risultato di tale attività è consistito nella formazione di un’ampia fossa con il piano di calpestio situato a quota -10 metri al di sotto del piano di campagna.

Il Piano Cave Provinciale prescrive che tale fossa debba essere riempita fino al piano di campagna per riportare i terreni allo stato originario, destinandoli o ad uso agricolo e/o a rimboschimento.

Attualmente già gran parte dell'area estrattiva esaurita è stata riportata al piano campagna originario e restituita all'uso agricolo, attraverso progetti di recupero.

Dal punto di vista geologico, si riscontra un’accentuata eterogeneità delle varie facies presenti: infatti si osservano frequenti letti di materiale limoso/argilloso intercalati nelle ghiaie e sabbie alluvionali e/o fluvioglaciali.

Nel settore deputato al conferimento dei rifiuti di cemento-amianto tale situazione si osserva fino a circa -12/13 metri dal piano di campagna: da tale quota in poi la frazione fine aumenta sensibilmente.

Ad una profondità di circa -22/24 m si rinviene un potente letto argilloso (di almeno 20 metri di spessore), assolutamente impermeabile, al di sotto del quale si trovano ancora sedimenti eterogenei sabbioso-ghiaiosi.

La situazione idrogeologica viene rivelata da un piezometro di controllo, disposto in prossimità dell’area destinata al ricevimento dei materiali in cemento amianto, il quale registra la presenza di una falda acquifera superficiale ad una profondità di oltre -19 metri dal piano di campagna. Altre falde si attestano ad una profondità di oltre -40 metri.

Poiché, come detto, la quota di calpestio della discarica, così come autorizzata, si trova alla profondità di -10 metri al di sotto del piano di campagna, al di sopra della falda superficiale rimane un franco di oltre 9 metri, che è di molto superiore a quanto previsto dalle normative in materia di discariche (1,5 m).

Questa falda comunque da diverso tempo non è più utilizzata per l’approvvigionamento potabile.

Le falde profonde invece vengono utilizzate per usi potabili, ma, come detto, sono protette da un potente strato argilloso impermeabile.

Per quanto riguarda poi la stabilità dei fronti e in generale di tutta l’area, una specifica relazione geotecnica, commissionata per lo studio della stabilità delle scarpate, attesta che l’altezza dei fronti di coltivazione e di discarica nonché la pendenza delle scarpate stesse offrono ampi margini di sicurezza.

Il progetto è stato evidentemente ispirato alla citata Circolare ECOL/SAN del 05.06.1995, ma sono stati introdotti anche alcuni accorgimenti che garantiscono una maggiore tutela dell’ambiente e inoltre sono state attuate anche alcune prescrizioni emerse in sede di Conferenza dei Servizi con gli Enti interessati che poi sono state recepite nella delibera di autorizzazione.

Si è considerato ad esempio un arretramento di 100 centimetri rispetto alla delimitazione topografica dell’area, per tener conto di eventuali scostamenti tra le mappe catastali e la situazione reale dei luoghi.

Inoltre, lo strato finale di copertura, in previsione della destinazione finale dell'area, è stato elevato da 100 cm a 300 cm di cui 200 cm di materiale inerte e 100 cm di terreno di coltura. (Come visto, la citata circolare prevede solo 100 cm di cui 50 cm di materiale inerte e 50 centimetri di terreno coltivo).

In tal modo si è voluto garantire che gran parte dell’apparato radicale delle essenze che verranno messe a dimora non raggiungesse il deposito dei rifiuti e che la sua azione potesse creare delle alterazioni nell'involucro a protezione degli stessi.

Si è già detto poi che il settore per la raccolta dei materiali in cemento-amianto è completamente isolato dal resto dell'area estrattiva ed è destinato unicamente allo stoccaggio definitivo di tali rifiuti.

La superficie topografica dei mappali interessati è di circa 3.496 mq e questo, in virtù del suddetto arretramento di sicurezza di 100 cm, ha comportato che la superficie utile venisse ridotta a 3.240 mq.

La volumetria del comparto, in considerazione dell'altezza utile del bacino di soli 7 m (10 m di profondità di escavazione meno 3 m di ricoprimento finale) è di 22.680 mc (3.240 mq x 7 m).

Il volume effettivo destinato al conferimento dei manufatti in cemento-amianto si riduce però a 18.144 mc se si sottrae il volume occupato dal materiale inerte che deve essere utilizzato per il ricoprimento giornaliero dei rifiuti, così come prevsito dalla citata circolare ECOL/SAN (Quest’ultimo volume è stato valutato in circa il 20% della capacità complessiva del sito, pari a circa 4.536 mc).

Per quanto riguarda poi la fase di preparazione del comparto ospitante i rifuti di cemento-amianto, subito dopo l’acquisizione dell’autorizzazione da parte dell’Amministrazione Provinciale, si è proceduto alla realizzazione dei setti di delimitazione per un'altezza di 7,0 metri dal fondo cava.

Inoltre, in ottemperanza alle prescrizioni contenute nella Delibera di autorizzazione, sul piano di fondo cava è stato steso uno strato di argilla dello spessore di 20 cm.

E poi, dopo la regolarizzazione del piando di fondo, sul primo lotto destinato allo smaltimento è stato steso un ulteriore strato costituito da un tappetino bentonitico dello spessore di 15 mm (bentomat).

In tal modo si è ottemperato alle prescrizioni tecniche elencate in Delibera, come hanno potuto accertare i Tecnici dell'Amministrazione Provinciale i quali, accertando la corretta esecuzione dei lavori di approntamento, hanno dato il via libera per il rilascio del nulla-osta ai conferimenti.

L'attività di conferimento ha avuto inizio nei primi giorni di settembre 1997 e si è consolidata definitivamente con la prima metà del 1998.

Inizialmente, l’Amministrazione Comunale aveva imposto il vincolo di accettare esclusivamente il materiale proveniente da cantieri delle Province di Como e di Lecco. Questo ha determinato evidentemente dei conferimenti esigui rispetto alla capacità del sito.

In un secondo momento è stata concessa la possibilità di accettare anche materiale proveniente da altre Province però per un quantitativo pari al 30% della capacità della discarica. Questa decisione ha comunque stabilizzato i conferimenti a partire dalla seconda metà del 1998 e consentirà di completare il comparto più velocemente in sintonia con il progetto di recupero generale.

Il materiale conferito in discarica deve essere costituito da manufatti contenenti amianto in matrice cementizia o resinoide provenienti esclusivamente da attività di demolizione, costruzione e scavi eseguiti su fabbricati o corpi di fabbrica e deve pervenire preventivamente trattato e confezionato secondo quanto prescritto dalla circolare della Regione Lombardia ECOL/SAN del 05.06.1995.

In sostanza le misure attuate sono le seguenti:

- il materiale deve pervenire in discarica confezionato in pallets e avvolto in teli o films termoplastici in modo da evitare la dispersione e facilitare la movimentazione interna;

- il rifiuto deve essere stoccato solo ed esclusivamente nel comparto assegnato;

- a fine giornata è obbligatorio stendere sui conferimenti uno strato di circa 50 centimetri di materiale inerte;

- è stato attivato un apposito registro di carico e scarico;

- ogni trimestre deve essere inviato alle ASL competenti un resoconto sulle quantità pervenute in discarica dal territorio di loro competenza.

Inoltre, come detto in precedenza, è previsto il ricoprimento finale del settore esaurito con 300 cm di materiale di cui 200 cm di inerte e 100 centimetri di terreno coltivo. In questo modo le essenze arboree hanno la possibilità di svilupparsi regolarmente e viene evitata la possibilità che le radici possano andare ad intaccare i palletts stoccati.

Per ciò che attiene poi alle misure di prevenzione e protezione dei lavoratori, il personale addetto, sottoposto a visita sanitaria obbligatoria, è stato informato sulle caratteristiche del materiale, ancorché questo, pervenendo in discarica già trattato, non comporta particolari rischi.

Gli automezzi che trasportano il rifuto vengono sottoposti a pesata in ingresso e verifica della tara in uscita, ai fini della determinazione del peso del rifiuto. Inoltre essi vengono guidati dal personale fino al luogo di scarico e poi, con l'ausilio di un movimentatore telescopico munito di forca, i bancali vengono depositati nell'area di stoccaggio.

Sia il trasportatore che il personale addetto non vengono assolutamente a contatto con il rifiuto e comunque operano muniti di idonei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale).

A fine giornata, come già riferito, si provvede al ricoprimento con materiale inerte o limoso-argilloso.

Le autorizzazioni in essere per la coltivazione del Polo Estrattivo P4 prevedono il rimboschimento di alcuni comparti per reintegrare il soprassuolo arboreo abbattuto durante le fasi di sfruttamento.

Tale autorizzazione ha lasciato discrezionalità alla Società riguardo all'individuazione delle aree deputate a tale operazione.

In considerazione di ciò e visto che la circorale prevede che sul comparto destinato allo stoccaggio definitivo dei manufatti in cemento-amianto non sia più possibile effettuare movimentazioni di materiali, se non le normali operazioni colturali, la Società ha ritenuto opportuno individuare tale area come una di quelle da destinare a rimboschimento.

Da tale scelta è scaturita in fase progettuale, la volontaria necessità di elevare lo strato di ricoprimento finale del comparto a 300 cm.

Dai dati relativi ai conferimenti dall'inizio dell'attività è stato stimato che sono stati rimossi circa 1.125.820 Kg di manufatti in cemento-amianto.

Tale quantitativo corrisponde a poco più del 3% della capacità della discarica.

Quanto alla provenienza, dalle tabelle allegate, risulta evidente che la maggior parte del materiale proviene dal territorio provinciale, ciò anche in conseguenza della bacinizzazione attuata in un primo momento.

Il materiale conferito proviene dalla rimozione o sostituzione di coperture, controsoffitti, ecc., di edifici sia pubblici sia privati, per i quali sono stati adottati piani di bonifica da amianto; ne deriva pertanto che le superfici smaltite possono essere assunte come parametro di bonifica.

Rispetto al 1997, nel 1998 si è verificato un incremento nei conferimenti, attribuibile ai seguenti fattori:

- maggiore durata e continuità dell'attività nel corso del 1998 (nel 1997 l'attività si è svolta per la durata di soli 4 mesi);

- estensione del servizio di smaltimento anche ai Comuni ubicati fuori dalle province di Como e di Lecco (come detto, nel 1997 il servizio era offerto solo ai Comuni siti in provincia di Como e di Lecco al fine di favorire la bonifica del territorio locale, nel 1998 si è consentito, pur con precise limitazioni, anche alle altre province della Regione Lombardia di usufruire del servizio);

- maggiore recepimento del D.P.R. del 8/8/94 prescrivente piani di decontaminazione e bonifica del territorio provinciale dal pericolo dell'amianto.

Il trend di incremento è stato comunque inferiore alle aspettative probabilmente per effetto dell'assenza di prescrizioni legislative che obbligano alla bonifica dei siti e per la mancanza di adeguati incentivi al riguardo.

 

Per quanto concerne la provincia di Como, il numero di Comuni nei quali, durante l'anno 1998, sono state effettuate operazioni di bonifica è aumentato da 21 a 62; dall'inizio dell'attività sono state dunque realizzate opere di bonifica in 62 Comuni della Provincia.

Nel 1998, sul territorio provinciale sono stati rimossi circa 64.000 mq manufatti (prevalentemente lastre) in cemento-amianto, senza distinzione riguardo alla provenienza da edificio pubblico o privato; dall'inizio dell'attività la superficie complessivamente smaltita è stata di circa 82.000 mq.

L'entità dei conferimenti provenienti dai vari territori comunali della Provincia di Como è variata da un minimo di circa 25 mq ad un massimo di circa 12.400 mq ( territorio del Comune di Como).

 

Per quanto riguarda poi i conferimenti provenienti da fuori Provincia (consentiti in una percentuale del 30% rispetto alla capacità del sito, ad eccezione della Provincia di Lecco), si osserva che le Province nelle quali sono state effettuate operazioni di bonifica sono state le seguenti: Milano, Varese, Lecco, Bergamo, Pavia e Verbania.

Le superfici rimosse fuori dalla Provincia di Como nel 1998 sono state di circa 29.260 mq.

L'entità dei conferimenti provenienti da fuori Provincia è variata da un minimo di circa 200 mq (Verbania) ad un massimo di più di 13.000 mq (Milano).

Rispetto alla capacità complessiva del sito di smaltimento, il volume occupato dai conferimenti realizzati fino ad ora corrisponde all’incirca al 4.6%, di cui il 3.3% proveniente dalla Provincia di Como e il restante 1.3% da fuori Provincia.

Rispetto al quantitativo conferito dall'inizio dell'attività, il 74% circa deriva da opere di bonifica avvenute sul territorio della Provincia di Como, mentre il restante 26% circa deriva da opere di bonifica su territori ubicati fuori Provincia .

Infine, data l’assenza di un censimento a scala provinciale di tutte le aree del territorio nelle quali sono presenti coperture di cemento-amianto, non è possibile valutare la percentuale di aree fino ad ora bonificate rispetto a quelle esistenti.

 

Dati e parametri della discarica

Superficie mappali interessati

3496 mq

Superficie di rispetto (1 metro lungo il perimetro)

256 mq

Superficie utile

3240 mq

Profondità piano fondo cava (rispetto al piano di campagna)

-10,00 m

Strato di inerti in sommità

2,00 m

Strato di coltura superficiale

1,00 m

Profondità utile di conferimento

7,00 m

Volume del comparto dei rifiuti in cemento amianto

22.680 mc

Volume inerti depositati nel comparto

4.536 mc

Volume cemento-amianto conferibile

18.144 mc

Peso specifico cemento-amianto

18 q.li / mc

Quantità cemento amianto conferibile

326.592 q.li

 

 

Rifiuti in cemento amianto conferiti dall’inizio dell’attività*

Provenienza

Materiale stoccato (mq)

Percentuale (%)

Provincia di Como

81831,6

73,4

Provincia di Milano

13818,3

12,4

Provincia di Varese

9114,9

8,2

Provincia di Lecco

5870,8

5,3

Provincia di Bergamo

333,3

0,3

Provincia di Pavia

283,3

0,2

Provincia di Verbania

204,1

0,2

Totali

111456,4

100,0

 

* Dati Gennaio 1999